CANALE DI TENNO - La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno dedica una mostra, un cartellone di eventi e un progetto didattico sul dialetto nelle scuole elementari al celebre poeta Giacomo Floriani (Riva del Garda, 20 gennaio 1889 - 28 aprile 1968), per l'occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa.
CANALE DI TENNO - La Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» di Canale di Tenno dedica una mostra, un cartellone di eventi e un progetto didattico sul dialetto nelle scuole elementari al celebre poeta Giacomo Floriani (Riva del Garda, 20 gennaio 1889 - 28 aprile 1968), per l'occasione del cinquantesimo anniversario della scomparsa.
La mostra, «Giacomo Floriani. Il poeta vernacolo rivano», propone da sabato 17 marzo al 6 maggio 35 pannelli di foto, oltre a oggetti, quadri di artisti inspirati a Floriani, cartoline e lettere.
L’iniziativa è realizzata dalla Casa degli Artisti «Giacomo Vittone» (gestita dai Comuni di Arco, Riva del Garda e Tenno, quest’ultimo ente capofila) promossa dall' Associazione culturale «Giacomo Floriani» in collaborazione con l'associazione «Riccardo Pinter», ideata e curata da Tullio Rigotti.
Ancor prima di aver ultimato la scuola, Giacomo Floriani si impiega come apprendista alla tipografia Benatti e poi come operaio nello stabilimento grafico Benacense di Francesco Miori, dove si pubblica il giornale “L'Eco del Baldo». Presto si cimenta con qualche apprezzato articolo e diventa corrispondente de “II Popolo», il quotidiano di Cesare Battisti. Allo scoppio della prima guerra mondiale varca clandestinamente il confine con numerosi amici rivani e si arruola volontario nell'esercito italiano. Giacomo Floriani scrive articoli e poesie dialettali e nei primi anni Venti alcune sue composizioni appaiono nei giornali dell'alta Italia e in alcune raccolte curate dall'amico Riccardo Maroni. La sua poesia riprende temi legati al paesaggio della zona: il lago, le cime, i boschi, i fiori, le albe e i tramonti. L'umile montanaro valorizza la parlata e la cultura del posto, attraverso una lirica semplice ma espressiva, vicina alla gente comune. La baita che dà il titolo al quarto canzoniere è la tanto desiderata capanna costruita nel 1949 nei pressi della chiesetta di San Pietro, sulla montagna che domina il Garda ed il Basso Sarca; una baita che gli viene donata grazie alla generosità di Riccardo Maroni e di tanti amici che lo stimano. Lì trascorre gli ultimi anni della vita con la moglie Lucia Pizzini (sposata nel 1912) ad ammirare le cose semplici.